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POST - LOCKDOWN: MENO LAVORO PER GIOVANI E FAMIGLIE IN AFFITTO

POST - LOCKDOWN: MENO LAVORO PER GIOVANI E FAMIGLIE IN AFFITTO


18 settembre 2020 | Lavoro e dintorni
POST - LOCKDOWN: MENO LAVORO PER GIOVANI E FAMIGLIE IN AFFITTO

La serrata anti Covid che tanti dibattiti ha scaturito e sta scaturendo, ha generato un effetto domino che ha coinvolto tante categorie. Per ciò che attiene alle possibilità di accesso al mondo del lavoro o, comunque, per la ripresa delle vecchie attività, le categorie più colpite in negativo sono, secondo il rapporto Prometeia – Legacoop, i giovani under 35 e le famiglie in affitto o con mutuo in corso.

 

Sono i più giovani, i più fragili, i lavoratori e le famiglie destinati a subire ancora a lungo gli effetti disastrosi della pandemia per via delle difficoltà di ripresa dei consumi "voluttuari". Lo stop forzato a norma di legge ha colpito dapprima gli Under 35 e lavoratori poco istruiti specie relativamente ai settori economici che hanno subito i maggiori disagi dalla situazione in atto. lo rileva il MonitorFase3 Prometeia - Legacoop. Per quanto attiene le percentuali, lo studio rileva che a fermarsi con il lockdown infatti è stato il 73% dei lavoratori tra i 15 e i 34 anni, mentre la percentuale per gli over 54 si è fermata sotto il 50%. Relativamente alle categorie sopradescritte, i maggiori scompensi sono ricaduti su coloro che non solo non hanno potuto lavorare, ma che partono già da una condizione economica più fragile perché obbligati a pagare l'affitto o il mutuo (52%): solo il 43% delle famiglie che hanno potuto continuare a contare sullo stipendio si trova invece in questa situazione.

 
Da ciò ne consegue che chi poteva godere di risparmi limitati ha visto aggravarsi ancora di più le proprie condizioni economiche (le famiglie con almeno un lavoratore bloccato hanno reddito e ricchezza netta più bassi, rispettivamente, 35.806 euro contro 36.026, e 198.555 contro 230.559 euro) nonché attività finanziarie e liquidità più limitate (rispettivamente, 23.840 euro contro 32.854; 11.505 contro 18.253 euro). In taluni casi, anche il titolo di studio ha costituito una aggravante negativa: i più a rischio risultano i lavoratori con licenza media (il 70% del totale del relativo livello di istruzione), seguiti da quelli con diploma di scuola secondaria (62%), licenza elementare (55%), laurea (38%).

 

Si aggiunge a quanto detto una condizione di svantaggio provocata dal lockdown che rischia di protrarsi a lungo. Infatti i settori più colpiti dagli stop sono anche quelli che maggiormente avranno problemi di ripresa: manifattura, costruzioni, commercio, alloggio e ristorazione, intrattenimento e cultura. I beni e i servizi di carattere "voluttuario" infatti sono i primi ad esser tagliati dalle famiglie preoccupate di non poter far fronte a tutti gli impegni finanziari obbligatori. Alla perdita di reddito causata dal blocco delle attività si somma quindi quella dovuta al loro prolungato rallentamento a causa di una domanda che stenta a ripartire.

 

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