MAESTRANZE FINCANTIERI DIETRO IL SUCCESSO DEL NUOVO PONTE DI GENOVA

Alla base del successo di un’azienda, c’è spesso la capacità dei suoi dirigenti di diversificare i campi d’azione. A tal proposito, è noto come negli ultimi anni anche l’azienda Fincantieri stia espandendo la sua attività abbracciando settori distanti dalla navalmeccanica. A dimostrazione di ciò la costruzione e progettazione del Ponte di Genova. Un’attività che ha visto la partecipazione anche di Salini Impregilo.
In una recente intervista al quotidiano genovese “Il Secolo XIX”, l’AD di Fincantieri Giuseppe Bono ha dichiarato che un gruppo solido, capace di sviluppare nuove tecnologie, può tranquillamente pensare di esportare queste capacità in altri settori, non necessariamente riconducibili alla principale attività aziendale. Di fatto è ciò che si è operato con l’acciaio, dalle navi alle infrastrutture e anche con le tecnologie del ponte: sensori, robotica per la manutenzione, pannelli fotovoltaici che lo alimentano, tutti sistemi sviluppati a chilometro zero dalle aziende satellite di Fincantieri: le genovesi Seastema e Cetena.
Il ponte è stato eretto nel giro di un anno, era l’11 marzo 2019 quando è avvenuto il taglio della prima lamiera allo stabilimento Fincantieri Infrastructure di Valeggio sul Mincio. Su questo punto, sempre l’AD si dichiara soddisfatto e aggiunge che in un sistema sano e performante fare le cose per bene e con tempestività dovrebbero essere conditio sine qua non. Bono traccia un parallelismo con quanto di buono stanno facendo i professionisti della sanità, che si stanno prodigando per gestire la pandemia Covid. Curare le persone è la loro responsabilità, ma si dice senza parole per lo spirito di abnegazione e per la cura verso il prossimo con cui lo stanno facendo. Il miracolo, dunque, non è stato fare bene il ponte, ma farlo rapidamente, senza per questo venir meno agli standard di qualità e di sicurezza. Per arrivare a tale risultato è stato necessario semplificare le procedure ordinarie e affidarsi ad una azienda solida come Fincantieri, appunto, che ha un patrimonio di risorse gestionali, ingegneristiche e tecnologiche in grado di sostenere questa e altre responsabilità. La costruzione di navi non lascia spazio a nemmeno un giorno di ritardo”.
Per quanto attiene al ramo principale di Fincantieri, è bene ricordare che nel solo anno 2019 sono state consegnate il ragguardevole numero di 26 navi, tra cui 8 navi da crociera ed expedition cruise e 3 navi militari, oltre ad averne varate altrettante per la nostra Marina. Questi standard operativi traslati nella realizzazione del ponte hanno fatto gridare al miracolo in un paese abituato ad aspettare anni e anni per il compimento di infrastrutture strategiche.