LINGUE STRANIERE E MONDO DEL LAVORO

Argomenti sempreverdi in materia di lavoro sono: l’incidenza della conoscenza di altre lingue sulle performance lavorative e la richiesta di personale in possesso di una o più lingue straniere.
In questo senso, la lingua inglese rappresenta ancora un valore cardine nel curriculum vitae di qualsiasi lavoratore.
Studi specifici testimoniano l’importanza della lingua straniera (e inglese) nella crescita professionale. Tali studi si reiterano anno dopo anno costituendo una curva che cresce in maniera esponenziale, relativamente all’importanza di questa prerogativa.
I fattori appena descritti sono figli dell’enorme diffusione di alcune lingue nel mondo (inglese, cinese, spagnolo …), in particolar modo nei vari settori economico – sociali. Va anche sottolineato che la crescita professionale di cui abbiamo parlato, accompagna anche una crescita dell’intero sistema paese. Si presenta così un quadro in cui, i Paesi con una popolazione poliglotta, siano anche quelli che godono di un più alto grado di sviluppo.
Vediamo nello specifico quali sono le dinamiche innescate dal possesso di un’ulteriore lingua, oltre a quella madre.
Possiamo evidenziare ad esempio un +40% di scambi commerciali in presenza di trattative condotte attraverso un vettore linguistico comune: parlare la lingua del proprio interlocutore contribuisce a stringere un legame più forte che si tramuta in una crescita degli scambi commerciali. Questo dato aumenta ulteriormente in presenza di scambi digital, che per altro sono fondamentali in un mondo che di analogico, ormai, ha ben poco.
L’altro settore economico – sociale in cui la conoscenza di una lingua ricopre un ruolo fondamentale, è quello dei servizi. Senza una conoscenza forte ed organica di una lingua (in particolar modo l’inglese) è impossibile vendere la propria consulenza oltre confine.
Oltre a questi dati, che per altro possono apparire scontati, esiste un altro elemento, più psicologico, che va rivelato: la capacità, da parte degli adulti in grado di padroneggiare almeno un’ulteriore lingua oltre alla propria, di emanciparsi ed affrontare meglio le sfide in materia di lavoro. Questo fattore favorisce la mobilità geografica, nonché il miglior assorbimento dei cambiamenti dovuti a trasferimenti (che in alcuni lavori possono essere anche frequenti) all’estero.
Come spesso accade, purtroppo siamo costretti a registrare un dato allarmante per ciò che concerne il nostro paese. L’Italia è molto indietro nella graduatoria europea relativa alle popolazioni con il più alto indice di conoscenza di altre lingue. In particolare siamo dietro a numerosi stati dell’est Europa, ed anche alla tanto nazionalista Francia.
Va detto che la generazione “millennial” sta alzando l’asticella e sono sempre più i giovani ventenni che imparano nuove lingue.
Per concludere, suggeriamo di seguire il giudizio degli esperti, i quali ritengono che lo studio di una lingua contribuisca oltre che ad allenare la mente, ad acquisire una mentalità più aperta e una visione più stimolante dei percorsi lavorativi.