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LAVORO E DISABILITà€

LAVORO E DISABILITà€


26 marzo 2021 | Lavoro e dintorni
LAVORO E DISABILITà€

Sono tempi difficili quelli che ci vedono impegnati. Non si tratta solo delle ondate virali concernenti la pandemia Covid; parliamo di qualcosa di più profondo e radicato, qualcosa che ci riguarda da vicino, anche quando non viviamo emergenze sanitarie come quella attuale, anche quando tutto sembra scorrere “normalmente”. La diversità è un tema sempre attuale, un campo di battaglia ideologico, che da sempre infiamma il dibattito sociale, ancor prima che quello politico. La condizione di diversa abilità, in questo senso, è un tema ampiamente dibattuto, specie in relazione alle normative tese a sostenere chi, come tutti, merita di avere la possibilità di una vita il più possibile “normale”. Negli anni, anche a livello nazionale, ci siamo dotati di una serie di normative a sostegno della diversa abilità. Basti pensare che anche a livello puramente lessicale, la strada percorsa è davvero lunga. Nonostante il tema sia centrale nei luoghi della società e della politica, anche a livello europeo ed internazionale, c’è ancora tanto da fare e tanto deficit da colmare.

La situazione occupazionale, come registrata dall’UE, desta una certa preoccupazione, giacché solo 1 disabile su 2 ha un lavoro. In questo senso, proprio il parlamento Europeo chiede di intervenire con la strutturazione di regole più funzionali. I temi della parità di accesso, strutture più performanti e quote di diversità, per così dire, obbligatorie, sono e saranno oggetto di discussione. La richiesta fa capo ad una risoluzione rivolta agli Stati membri. Quest’ultima intende porre i consociati di fronte alla necessità di esaminare l’introduzione di quote di diversità obbligatorie. Conditio sine qua non per l’attuazione di tale intento, è il sostegno finanziario, nonché amministrativo, alle imprese. A sostegno di queste richieste, ci sono i dati preoccupanti emersi dalla Convenzione Onu proprio in tema di diritti dei disabili, datata 2006. Ecco dunque che solo 5 disabili su 10 ha un lavoro a fronte degli 8 su 10 (circa) di chi non presenta disabilità. I dati legati all’emarginazione sociale indicano 3 disabili su 10 a rischio, rispetto ad una media dei non disabili, che si attesta intorno ai 2 su 10.

Tornando alle richieste del Parlamento europeo, abbiamo già detto delle quote di disabilità, a cui si aggiungono: la necessità di standard per così dire universali, a garanzia di una migliore fruibilità dei luoghi di lavoro e la stesura di linee guida per ratificarne l’idoneità.

Attraverso queste richieste, s’intende colmare il gap evidente che persiste, specie in tema di lavoro, tra coloro che presentano una disabilità e coloro che vivono una condizione normale.

Ci sembra opportuno, nonostante la pandemia in atto, che i dirigenti nonché la società civile, non smetta di porsi delle domande ed analizzare lo stato delle cose, immaginando di poter migliorare.

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