LA NUOVA FRONTIERA DEL TURISMO “OPEN AIRâ€

Ormai possiamo dire di essere entrati nel pieno della stagione estiva, ma causa il recente lockdown, tutte le valutazioni rispetto alle vacanze estive si sono ritardate ed in molti casi modificate, per così dire, “last minute”.
Dalle prime analisi, sembra che l’Estate 2020 vedrà trionfare le vacanze Made in Italy, ed in particolar modo le locations all’aria aperta, magari non lontane dalle grandi città.
Al di là delle restrizioni dovute alle misure anti-covid, psicologicamente, la clausura dei mesi del lockdown, ha portato la maggior parte dei vacanzieri a desiderare spazi aperti, al mare e in montagna. La “domanda”, dunque, riguarda tutti quei siti e strutture, che vantano mare, verde, montagna, in generale: il trionfo della natura. Dunque, c’è da attendersi un notevole incremento di tutte le attività open air, molte delle quali correlate allo sport, di conseguenza a tutte quelle locations attrezzate per ospitare questa tipologia di clientela. Anche chi ha sempre prediletto vacanze “comode”, ora è più disposto ad abbracciare l’idea di un camper o di un campeggio e più in generale del cosiddetto on the road. Chiaramente questo indirizzo, porterebbe in dote anche la non trascurabile necessità di ridimensionare i costi, puntando al cosiddetto low cost. Viene facile pensare che i fatturati della ricezione turistica vedranno un netto calo, per altro già preventivato con l’avvento del Covid 19.
Di contro, il nuovo Osservatorio sul turismo open air, firmato da Human Company, gruppo fiorentino leader nel settore del turismo outdoor, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, ha fatto emergere i dati di una ricerca quali – quantitativa, su un campione rappresentativo della popolazione italiana, unitamente ad un gruppo di operatori del settore, dalla quale emerge chiaramente un incremento del turismo open air. Tale settore, comunque in crescita da almeno un decennio, vede il bilancio 2019 attestarsi intorno agli 8,5 miliardi di euro.
La vacanza e i viaggi outdoor, costituivano, lo scorso anno, il 25% del totale. E, secondo i dati ISTAT di Febbraio 2020, furono circa 20 milioni i viaggi compresi in questa particolare categoria.
Per quanto concerne le mete favorite, quelle del 2020 vedono le spiagge, e quindi le località di mare, in cima alla classifica di gradimento, seguite dalla montagna e dalle città d’arte, favorendo, per l’appunto, luoghi dove è possibile soggiornare con le sopracitate formule outdoor.
Tornando alle stime ISTAT, i dati dicono che nel solo periodo marzo – maggio, l’emergenza Covid-19 ha portato alla cancellazione del 18,5% delle prenotazioni dell’intero anno turistico. Di contro, fortunatamente, la recente riapertura, pur con le dovute misure restrittive, ha fatto riemergere negl’italiani, la voglia di partire. Solo il 3% degl’italiani ha dichiarato di saltare le vacanze 2020. Dunque l’estate 2020 segna la ripartenza e più precisamente, il 69% degli italiani dichiara l’intenzione di andare in vacanza nei prossimi 12 mesi. Parliamo di ripartenza, contemplando l’idea di perdita rispetto alla scorsa estate del 14%. Una perdita che comunque sembra essere ridotta rispetto alle catastrofiche aspettative del trimestre trascorso.
Ma cosa si intende esattamente, per il campione, per una vacanza all’aria aperta? Secondo il rilevamento il 58% dei vacanzieri opterebbe per il villaggio, il 44% per il viaggio on the road, il 42% per la “casa mobile”.
Infine, si scopre che a praticare turismo all’aria aperta sono soprattutto uomini, che hanno tra i 35 e i 64 anni (il 53%) e arrivano in maniera uniforme da tutte le regioni italiane, specie da centri medio-grandi.
In realtà, tutti questi dati, sono la piena risposta ad un’esigenza tutta contemporanea, la richiesta infatti di vivere un’esperienza. Di qui l’idea di “turismo esperienziale”. Quest’ultimo contempla modalità di approccio alla pratica turistica che trovano soddisfazione nell’intima connessione al territorio. Produce dei soggiorni che trovano la loro esplicazione in connotati di unicità e gratificano, in particolar modo per l’arricchimento personale e relazionale che ne deriva. Si tratta dunque di un nuovo concetto di qualità che sta cambiando tanto il turista quanto l’operatore di settore.
Stiamo vivendo, nonostante tutte le restrizioni e le indubbie problematiche economiche, ad un riassetto o, forse più correttamente, ad una rivoluzione culturale che sta svecchiando la percezione del turismo, specie tra i nostri connazionali. Si tende a presentare loro un prodotto premium che ha tutte le carte in regola per un’esperienza di soggiorno made in Italy in totale sicurezza, a contatto con la natura e la cultura del nostro meraviglioso Paese.