IMPRENDITORI DI SE' STESSI: LA CRISI DEL LAVORO AUTONOMO

Inutile nasconderlo, la pandemia ha penalizzato in particolar modo la figura del lavoratore autonomo, che chiaramente è soggetto esclusivamente al reddito prodotto dalla possibilità di agire nel proprio lavoro. I pesanti cali nel reddito di questi soggetti è una delle evidenze più conclamate dell’era pandemica. Tutto ciò chiaramente ha reso il lavoro autonomo poco appetito sia dalle donne che dai più giovani.
A differenza di tanti segmenti dell’economia nazionale, il lavoro autonomo fa fatica a ripartire e a mostrare livelli prepandemici. Il dato racconta di almeno 350mila lavoratori autonomi rispetto ai dati raccolti nel corso dell’anno 2019. Questo dato contrasta e si pone in maniera antitetica rispetto ai dati relativi all’occupazione di tipo dipendente.
Abbiamo detto dei dati generali, relativi come detto soprattutto a donne e giovani. Oltre a questi dati, vanno rilevati anche quelli specifici ad alcuni comparti. In primo luogo, il settore più in difficoltà è quello del commercio. Rispetto all’ultimo anno prepandemico, ovvero il 2019, sono quasi 200 mila i soggetti che hanno abbandonato il settore. Il dato del settore dei commercianti, viene seguito da quello dell’area industriale, dei servizi e del segmento dei professionisti.
L’unico settore che registra un lievissimo incremento è quello dell’edilizia.
Il trend del futuro e quindi le previsioni per questo 2022, sono interlocutorie. La preoccupazione non manca, anche in considerazione del perdurare del clima pandemico; in ogni caso la riflessione è necessaria.