I NOTTAMBULI DEL LAVORO

Molti di noi, la maggior parte, struttura la propria esistenza sul vivere diurno, grazie alla possibilità di poter svolgere il proprio lavoro nella fascia oraria che va dalle cinque del mattino a mezzanotte. Le dinamiche esistenziali cambiano notevolmente, per coloro che, invece, svolgono le proprie mansioni lavorative durante le ore notturne. In questo caso, erroneamente, parliamo appunto di “Lavoro Notturno”. In realtà, la legge puntualizza che può definirsi lavoro notturno, quell’attività lavorativa che viene svolta nella fascia oraria stabilita dalla legislazione vigente, la quale regolamenta, altresì, una disciplina pertinente. Quest’ultima, prevede anche una maggiorazione della retribuzione, rispetto alla stessa mansione svolta in “orario diurno”. Detto ciò, il legislatore considera lavori notturni tutti quelli le cui mansioni sono svolte nella fascia oraria compresa tra la mezzanotte e le cinque del mattino. In virtù di questa condizione, il legislatore riconosce al lavoratore suddetto, che opera nella predetta fascia oraria (per almeno 3 ore al giorno e per un totale di almeno 80 giorni l’anno), la maggiorazione della retribuzione.
Questa normativa generale viene poi calata nei vari contratti nazionali. La suddetta può quindi subire variazioni, a seconda delle diverse specificità, e dei diversi contratti di appartenenza.
Ovviamente, le differenze specifiche possono rendere la normativa meno stringente.
Vediamo adesso quali soggetti possono essere adibiti al lavoro notturno. In primo luogo è fondamentale una valutazione positiva dello status psicofisico. Questa valutazione viene affidata al medico competente in materia di lavoro. Il medico può essere incaricato dall’azienda stessa, o si può fare riferimento ad una struttura sanitaria ugualmente idonea.
In questo senso, ed in riferimento allo status psicofisico, il datore di lavoro è tenuto, secondo normativa, ad effettuare controlli ogni due anni. Le sanzioni in riferimento ad eventuali violazioni della norma, possono essere pesanti, prevedendo: una pena detentiva dai 3 ai 6 mesi o una pena pecuniaria che oscilla tra i 1349 e i 4131 euro. Come detto esistono, oltre allo status psicofisico, altre limitazioni. Non possono dunque essere adibiti a lavoro notturno: le donne in stato di gravidanza; lavoratrici madri di minori di età inferiore ai 3 anni; Lavoratori o lavoratrici affidatari unici di minori (fino al compimento del dodicesimo anno di età); minori di 18 anni e lavoratori o lavoratrici a cui è affidato un soggetto che usufruisce della legge 104.
Per finire, la retribuzione dei lavoratori notturni, come detto, è soggetta ad una retribuzione maggiorata, i cui parametri sono definiti dalla disciplina giuridica relativa e dai vari contratti nazionali. Inoltre, il legislatore riconosce il lavoro notturno come usurante e per questo, al lavoratore notturno viene riconosciuta il pensionamento anticipato.