DIAGNOSI DI WORKAHOLISM? VEDIAMO COME

Le nostre vite sono fatte di quotidianità, sogni, progetti, vengono dal passato e nell’agire quotidiano si proiettano nel futuro. Tutto ciò che riempie il nostro agire giornaliero, diventa nel tempo, oggetto delle nostre premure. La misura di queste ultime può identificarne anche livelli di dipendenza. Si può dipendere dallo smodato uso di caffè, ad esempio. Non molti sanno che una dipendenza piuttosto diffusa è quella da lavoro, detta anche “Workaholism”. Quest’ultima può essere oggetto di diagnosi attraverso l’osservazione di sintomi ed evidenze psicofisiche.
Di fatto, quindi, la dipendenza da lavoro è riconosciuta come una vera e propria patologia. Questa colpisce un numero sempre crescente di lavoratori e dagli studi effettuati, pare sia indipendente dal tipo di lavoro svolto. Ovviamente come in tutte le patologie, esistono diversi gradi e soggetti più a rischio di altri. Ad esempio, in una scala gerarchica, la patologia attecchisce al crescere delle responsabilità. Ecco dunque, come i manager d’azienda risultano essere tra le categorie più colpite dal workaholism. Un’altra categoria a rischio è quella degli smartworkers. Questi ultimi, di fatto, affrontano con grande difficoltà l’atto di separazione tra ore di lavoro e momenti della giornata destinati alla vita privata.
Come altre patologie, specie quelle di natura psicologica, anche il workaholism ha una sua dinamica. I primi sintomi talvolta non sono visibili o percepibili, e si legano ad una normale gestione delle attività svolte quotidianamente. Gradualmente però, questi sintomi diventano più manifesti e attraversano quelle che gli studi hanno definito come le fasi del workaholism. Le fasi sono tre. In primo momento il soggetto inizia ad avere dei deficit relazionali. Tutto ciò che rientra nelle dinamiche di socializzazione e tempo libero perde progressivamente di qualità e si iniziano a registrare episodi di emicrania e mal di stomaco. A questa prima fase succede quella che gli studiosi definiscono “fase critica”. In questo ambito alla precedente sintomatologia si abbinano episodi di ira e ipertensione. La malattia poi, diventa cronica. Il soggetto praticamente non conosce soluzione di continuità rispetto al proprio lavoro. In presenza dei primi sintomi è sempre il caso di contattare uno specialista, al fine di evitare una deriva della patologia. Gli specialisti propongono una serie di test atti a diagnosticare la fonte di malessere e se si è incappati nel workaholism.
Come sempre è bene sottolineare che la prevenzione è la madre di tutto il benessere. Nell’approcciare a qualsiasi attività quotidiana è sempre bene utilizzare il senso della misura, costruire attorno a se degli ambienti di serena socializzazione e conservare una buona predisposizione all’agire quotidiano senza eccedere.