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COVID E VACANZE SULLA NEVE

COVID E VACANZE SULLA NEVE


4 dicembre 2020 | Lavoro e dintorni
COVID E VACANZE SULLA NEVE

Come la maggior parte dei comparti economici, anche il settore turistico legato alla montagna ed alle “settimane bianche”, dovrà rendicontare delle ingenti perdite al termine della stagione che in questi giorni sarebbe dovuta entrare nel vivo. A tal proposito, abitanti e operatori del settore relativo ai maggiori comprensori sciistici, hanno ragione nel lamentare l’imminente disastro economico.

In tutto l’arco alpino (ma non solo), i centri che solitamente vivono in questa stagione il momento clou, dal punto di vista economico, vengono da un 2020 probante. La stagione del Covid, non ha risparmiato la montagna, e anche e soprattutto in queste zone i decessi causati dalla pandemia sono elevati.

Ed è proprio alla luce di questi dati che, sull’argomento “vacanze di Natale”, si sta evidenziando in tutta la sua drammaticità la dicotomia Economia – Salute.

Da un lato tutti quelli che hanno provato sulla propria pelle la tragicità della perdita umana, affettiva. Dall’altro un’economia in crisi. Ognuno con le proprie istanze, ognuno nel mentre di un momento drammatico. È tutto decisamente folle e altamente divisivo. In questo contesto, come sempre, non mancano le visioni integraliste e una diffusa strumentalizzazione delle paure, sia da un lato, che dall’altro.

Specie negli ultimi anni, non siamo nuovi ad assistere a débâcle economiche dovute ad una Natura avversa, specie in quei contesti in cui abbiamo assistito ad una quasi totale mancanza di neve che, spesso, tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno ha reso complicata la gestione e l’attività degl’impianti sciistici. In questo caso, però, è proprio l’impossibilità a spostarsi da un comune all’altro (in ordine ai decreti anti covid) che sta mettendo in ginocchio l’economia montana. Di fatto manca il turista.

Oltretutto si sta generando un malcontento dovuto alle differenziazioni che si stanno facendo da territorio a territorio che mette in crisi anche il sistema della competizione imprenditoriale, laddove alcune realtà son “favorite” dall’applicazione di protocolli meno restrittivi (zone gialle), rispetto ad aree costrette ad osservare protocolli molto più stringenti (arancioni, rosse).

L’instabilità è dovuta anche al rapido susseguirsi di Decreti Ministeriali che inibiscono anche la seppur minima visione imprenditoriale. Si vive in un susseguirsi di eventi che rendono impossibile fare dei programmi, non già nel lungo periodo, e men che meno nel medio e breve.

Volendo però responsabilizzare “le idee”, sono anche questi i momenti in cui emergono le visioni più lungimiranti, ed in alcuni casi “coraggiose”. Quella dose di resilienza che spesso manca all’imprenditoria nostrana e che sta diventando una conditio sine qua non per poter affrontare il momento drammatico che stiamo vivendo.

Va detto, ad onor di cronaca, ed in ragione di quella dicotomia sopracitata, che l’apertura indiscriminata di Breuil – Cervinia, nel corso del mese di novembre, con quelle “drammatiche” immagini di assembramenti, non è stato certo un bel vedere, e con ogni probabilità hanno contribuito non poco alla situazione che stiamo vivendo. Così come, il comparto turistico invernale, sta pagando sulla propria pelle le eccessive libertà concesse al turismo estivo nel corso dell’ultima stagione.

Con ogni probabilità vivremo ulteriori puntate di questa telenovela, molte delle quali ci racconteranno di situazioni drammatiche. La speranza è quella di assistere a formulazioni più equilibrate ed ispirate al buon senso collettivo e alla cooperazione, al fine di riuscire a dimenticare presto questa fase.

 

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