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CON LA CRISI PAGANO SEMPRE I PIà™ â€œDEBOLI”

CON LA CRISI PAGANO SEMPRE I PIà™ â€œDEBOLI”


5 febbraio 2021 | Lavoro e dintorni
CON LA CRISI PAGANO SEMPRE I PIà™ â€œDEBOLI”

Come spesso accade, nei momenti più complessi della nostra storia, a farne le spese sono le categorie socialmente e lavorativamente più fragili. I precari sono sempre i primi della lista, se è vero come è vero che, il solo termine con cui sono individuati, già identifica uno status di instabilità e risulta essere paradigmatico in questo senso. Le donne, investite da una società ancora troppo maschilista, di un ruolo di subordine rispetto ai loro pari di sesso maschile. Infine, i giovani, che troppo spesso vengono sacrificati nell’intento di stabilizzare le fasce più avanti con gli anni. I resoconti dell’Istat relativi allo scorso anno, danno un’idea chiara di quanto l’emergenza sanitaria abbia influito sulla crisi lavorativa, che ha investito queste tre categorie. Immaginatevi essere donne, giovani e precarie!

Va detto subito che, le misure del governo hanno solo parzialmente arginato la perdita dei posti di lavoro per queste categorie e ad oggi sono ben 426 mila i posti in meno rispetto all’anno scorso.

Infatti, nonostante il reiterato blocco dei licenziamenti, che allo stato attuale è stato prorogato fino al prossimo 31 marzo, le misure di assistenza alle imprese non hanno comunque permesso di reggere completamente l’impeto della crisi pandemica.

Incredibile come nell’ultimo mese dello scorso anno, i dati relativi alle tre categorie in oggetto, mostrano un crollo in termini di posti di lavoro, di poco superiore alle 100 mila unità. Anche i tassi di disoccupazione tornano a crescere in maniera esponenziale, specie relativamente alle fasce d’età più giovani, attestandosi intorno al 30%.

Come detto, le misure del governo hanno avuto un impatto più solido sulle categorie dei lavoratori dipendenti. Il blocco dei licenziamenti, tutt’ora in vigore, ha contribuito in questo senso a stabilizzare queste categorie. Nel caso invece di precari e partite iva le misure adottate, almeno per il momento, si stanno rivelando insufficienti.

Ovviamente il nostro non è un giudizio sull’operato del governo, piuttosto è una mera considerazione numerica dei fatti. Bisogna evidentemente ripensare i sostegni anche per queste categorie che fino ad ora hanno e stanno pagando più di tutte l’impatto della pandemia.

Ancora una volta, come negli ultimi 20 anni, la fascia d’età che più di tutte sta pagando la crisi Covid, è quella dei trentenni. Per questi ultimi, il mercato del lavoro appare fermo. Al momento si segnala la quasi impossibilità di poter accedere a posizioni di lavoro “nuove” e contemporaneamente la crescita del bacino di disoccupati che in un anno è aumentata in maniera esponenziale arrivando a quasi cinquecentomila unità.

Non si può certo dire – dal punto di vista del mercato del lavoro – che l’Italia “non è un paese per vecchi”, giacche la fascia over 50 è l’unica a resistere alla crisi, dovendosi però caricare sulle spalle l’intero sistema economico nazionale.

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