s

COME SI PRESENTA IL MERCATO OCCUPAZIONALE AD UN ANNO DALL'INIZIO DELL'EMERGENZA SANITARIA

COME SI PRESENTA IL MERCATO OCCUPAZIONALE AD UN ANNO DALL'INIZIO DELL'EMERGENZA SANITARIA


29 gennaio 2021 | Lavoro e dintorni
COME SI PRESENTA IL MERCATO OCCUPAZIONALE AD UN ANNO DALL'INIZIO DELL'EMERGENZA SANITARIA

Ad un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza sanitaria, quali sono state le ripercussioni sul mondo del lavoro? Al di là del crollo economico dovuto da una parte alla riduzione della capacità di spesa delle famiglie, dall’altro alla contrazione dei “tempi sociali”, quali sono stati gli effetti delle misure prese a sostegno dei lavoratori? Come hanno inciso in termini numerici?

Diciamo subito che per quanto attiene all’anno solare 2020 le evidenze mostrano una contrazione dei posti di lavoro, nonostante il blocco dei licenziamenti. Ciò è dovuto nella maggior parte dei casi, alla chiusura di molte attività. Nonostante questo, va detto per onestà di cronaca, che rispetto all’incidenza pandemica, la tenuta c’è stata e dunque, tanto il blocco ai licenziamenti quanto i sussidi alle imprese ed ai lavoratori, ha portato dei risultati.

Si può parlare di una tenuta sulla linea di galleggiamento, se ci riferiamo al dato relativo al saldo dei contratti aperti e chiusi, che in effetti si attesta intorno alle 42 mila unità.

Proprio il ministero preposto al Lavoro fa rilevare questi dati, che alla luce di quanto occorso ad oggi, fanno tirare un “relativo” sospiro di sollievo, lasciando intendere che, nonostante l’impegno richiesto alla ricostruzione economica di questo paese, la strada da percorrere potrebbe essere più breve di quanto preventivato.

Ovviamente, come spesso accade quando si cerca di analizzare le dinamiche del nostro Paese, bisogna tenere in considerazione le diverse dinamiche territoriali. Da nord a sud lo scenario, talvolta, è molto diverso.

In questo caso, la contrazione del mercato lavorativo e occupazionale ha investito in primo luogo il nord Italia, ed in particolare quelle regioni che sono state impegnate da subito ed in maniera più ingente, nella lotta al Covid: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Si conta un totale di 200.000 contratti attivati in meno rispetto all’anno precedente. In linea di massima, comunque, il fenomeno, con più o meno diversa incidenza, si è palesato in tutte le regioni. Per questo possiamo dire che più o meno tutte le province hanno segnato una riduzione marcata del saldo netto positivo di contratti attivati rispetto all’anno precedente. Con i mesi estivi abbiamo avuto, una seppure limitata, ripresa dell’occupazione che poi, si è andata contraendo nuovamente nei mesi autunnali.  

In definitiva, è possibile affermare che, nonostante i grandi mutamenti sociali che stiamo affrontando – l’incidenza della maggior parte dei quali vedremo nei prossimi mesi, se non anni –  l’emergenza lavorativa ha visto si una contrazione del mercato occupazionale, che tuttavia possiamo definire più limitata di quanto ci si potesse aspettare. Ovviamente il nostro non è un giudizio di merito nei confronti del governo, lasciamo ad altri questo tipo di analisi; possiamo però affermare con certezza, che limitatamente ai numeri, la situazione come appariva a marzo 2020, poteva innescare una contrazione ben più marcata.

L’analisi che abbiamo fatto è relativa esclusivamente ai numeri dell’occupazione e non tiene conto di un quadro d’insieme evidentemente molto più complesso. Solo con il termine dell’emergenza pandemica, potremmo avere dati più definiti per descrivere lo status dell’intero mondo del lavoro.

Commenta questo articolo