BEVIAMO UN PO' DI MADE IN ITALY

È sotto gli occhi di tutti l’annus horribilis che stiamo vivendo. Il covid sta cambiando notevolmente le nostre abitudini e i nostri consumi. Il lavoro sta subendo con impeto una serie di smottamenti, che hanno messo in crisi stilemi e connotati consolidati da decenni.
Eppure, in questo mare in tempesta, ci sono delle ancore a cui affidarsi e a cui, in particolar modo, il popolo italiano si è sempre rifatto: stiamo parlando, tra tutti, del buon vecchio e caro Made in Italy.
Secondo un’indagine Forbes il Made in Italy è al settimo posto in termini di reputazione, tra i consumatori sparsi per il mondo. Ma a differenza di tante altre “denominazioni” è l’infinita varietà di settori, che fa del Made in Italy un’eccellenza mondiale.
Dall’artigianato, all’agricoltura, dalla moda, all’intrattenimento, tutto ciò che si fregia di essere prodotto da mani italiane, su territorio italiano, è riconosciuto a livello internazionale per essere un’eccellenza.
Nello specifico, uno dei settori più importanti per la reputazione del Bel Paese è quello legato alla produzione di vino. L’Italia (insieme ai cugini d’oltralpe, francesi) è da sempre la patria del vino. Vediamo quali sono gli elementi che rendono uniche e apprezzatissime le nostre produzioni. In primo luogo la tradizione. Il vino in Italia ha una storia plurimillenaria. La storia del vino italiano è anche una storia regionale. Ogni angolo della nostra penisola si fregia di vitigni autoctoni, grazie al quale la produzione si fa ampia e variegata. L’Italia è il primo Paese al mondo per numero di vitigni autoctoni (1200 ca.), mentre al secondo posto c’è la Francia (200 ca.).
Con 46 milioni di ettolitri (vendemmia 2019), l’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo, anche qui seguito dalla Francia a 43,4 milioni.
Cresce anche l’export, che nel 2019 si attesta a 6,43 miliardi di euro, +3,1% rispetto al 2018.
Per quanto riguarda le opportunità di lavoro, al di là delle più classiche figure professionali legate alla parte più canonica del lavoro in un’azienda vitivinicola (agronomi, enologi), esistono tutta una serie di figure professionali molto ricercate: brand ambassador, export manager, social media marketing. Insomma, anche il vino è un prodotto da vendere e figure professionali legate alla parte commerciale sono assolutamente richieste.
Concludiamo, fornendovi un ulteriore dato interessante. Negli ultimi anni si è sviluppato un mercato decisamente nuovo che si è imposto agli occhi degli osservatori: l’enoturismo.
Sono sempre più le cantine che tutto l’anno aprono le proprie porte a winelovers e appassionati provenienti da tutto il mondo, attirati dalle numerose proposte turistiche che il nostro Paese offre. Si va dalla semplice degustazione, a proposte più ricche, con abbinamenti cibo – vino e finanche ad attività, per così dire, complementari, come lo yoga tra le vigne, passeggiate a cavallo, tour sensoriali ed esperienze legate alla vendemmia. Insomma, proposte per tutti i gusti che muovono un indotto lavorativo non indifferente. Parlando dunque di Made in Italy, sappiamo bene quanto i numeri legati al turismo, fanno del nostro Paese, una delle mete più gettonate per gli stranieri. Ebbene, l’enoturismo è l’ennesimo tassello che va ad implementare il già ricco parco proposte che l’Italia offre per ciò che concerne il turismo.